"creare l'alternativa anche quando questa non sembra esserci"
La politica Italiana oggi è indiscutibilmente ingessata.
Riforme al palo, legge elettorale sull'altro palo.
I partiti politici lenti e lontani dai territori.
Ovviamente viene sin troppo facile per ciascuno dei contendenti rimproverare la responsabilità sul proprio competitor elettorale e sicuramente tutti avranno ragione e tutti avranno torto.
Una cosa però è certa: Berlusconi ha avuto le sue opportunità. Ha comandato per lustri il proprio partito, ha comandato l'Italia come Premier.
Le occasioni per dare una svolta ci sono state; le ha sapute sfruttare?
Credo che però nel nostro Paese, come in ogni democrazia rispettabile, sia necessario il cambiamento, intendendo con questo non solo quello relativo all'aspetto prettamente demografico della "massa" dei politici, ma soprattutto delle idee e a maggior ragione della prospettiva, dell'angolo di visuale di chi ci governa.
Un uomo, perchè di questo si tratta, con i suoi meriti e le sue colpe, per quanto impegno possa aver messo, quanta energia possa avere speso in 20 anni di impegno politico, deve lasciare il passo ad una nuova classe dirigente anche con il rischio di farla sbagliare, di vederla inizialmente fallire: liberare energie nuove, "rivoluzionarie" proprio verso il propio modo di leggere la storia, a cui tutti siamo talvolta anacronisticamente legati e da questo condizionati; creare l'alternativa anche quando questa non sembra esserci.
Se quell'uomo non è capace di vedere questo, non è in grado di gestire il cambiamento, ritenendosi lui e solo lui garante del buon governo, spetta all'elettore chiedersi quanto questa sia giusto e utile al bene del Paese.
Francesco Querci
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